La IV indagine del GdS MM SIPMeL: i marcatori miocardici di “necrosi” in Italia
03 medical and health sciences
0302 clinical medicine
DOI:
10.1007/s13631-018-0193-y
Publication Date:
2018-06-20T02:36:25Z
AUTHORS (16)
ABSTRACT
Nel 2017 il GdS MM SIPMeL ha condotto una IV indagine sullo stato dell’arte dei marcatori cardiaci in Italia per verificare sul campo i mutamenti avvenuti nell’ultimo quinquennio. In totale, 122 laboratori da 20 Regioni italiane, 75% serventi una UTIC, hanno risposto a un Questionario con 62 domande posto nel sito web della SIPMeL da maggio a dicembre 2017. Il campione, significativo per numero e distribuzione territoriale e dimensionale e confrontabile sia con le precedenti indagini del GdS MM sia con survey internazionali, fa emergere luci e ombre. I dati positivi sono: 100% dei rispondenti usa cTn come marcatore preferenziale e 66% da sola nella diagnostica di sindrome coronarica acuta (SCA); il 77% dei rispondenti dispone di hs-cTn (61% negli ultimi 5 anni); il 75% pratica linee guida e/o protocolli e il 65% di questi fa riferimento a linee guida recenti come ESC 2015 e/o Documento ANMCO-SIMEU; mancata proliferazione di altri marcatori miocardici; 100% di partecipazione a CQI e 90% a VEQ; TAT (Turnaround Time) intra-laboratorio misurato nel 65% dei casi e 60 min nel 33%; solo il 35% del campione conosce il problema dei falsi positivi/falsi negativi (FP/FN) di cTn e se ne preoccupa; LD e tratto dai dati di ditta nel 64% dei casi e solo l’11% ne fa una verifica locale; solo il 21% usa LD distinti per genere e/o eta, nonostante il 77% utilizzi hs-cTn. I dati, presi nel loro insieme, mostrano come l’innovazione tecnologica sia stata occasione di crescita e come i piccoli centri e il gruppo con tecnologia meno recente siano in maggiore difficolta. Sono migliorate la conoscenza e la pratica del concetto di “alta sensibilita”, di LD e di TAT. Restano obiettivi formativi il superamento delle combinazioni di test, l’estensione dell’utilizzo di linee guida e protocolli, l’uso di LD distinti, un maggiore governo del TAT totale, la consapevolezza del problema FP/FN, il raggiungimento del 100% di utilizzatori di VEQ. Emerge con forza il concetto che solo una perfetta conoscenza analitica del proprio metodo/strumento e la base per una diagnostica cardiologica di qualita. La IV indagine mostra, d’altra parte, l’assoluta necessita del lavoro all’interfaccia clinica-laboratorio nelle fasi pre–pre e post–post analitiche: infatti, i principali punti negativi (assenza di LG e P; uso di marcatori inutili se non dannosi) dipendono non tanto dal Laboratorio, ma piuttosto dai clinici di riferimento.
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